Trulli circondati da vigneti e uliveti a perdita d’occhio, è questo il volto più autentico della Valle d’Itria. Il paesaggio riempie lo sguardo di una magia senza tempo, nel cuore di borghi affascinanti come Alberobello, Locorotondo, Martina Franca, Ostuni e Cisternino.
La Valle d'Itria ricade nella parte meridionale dell'altopiano delle Murge ed in senso stretto è la depressione carsica che si estende tra gli abitati di Locorotondo, Cisternino e Martina Franca. La principale peculiarità della valle sono i trulli, tipiche ed esclusive abitazioni in pietra a forma di cono, le masserie e il paesaggio rurale in genere caratterizzato dall'elevato uso della pietra locale utilizzata per costruire muri a secco e dal terreno di colore rosso acceso, tipico della Puglia meridionale. Nota anche come "Valle dei Trulli", si estende tra le province di Bari, Taranto e Brindisi e, oltre ai comuni di Locorotondo, Martina Franca e Cisternino, piccole porzioni della Valle d'Itria ricadono anche nei comuni di Alberobello, Ostuni, Fasano e Ceglie Messapica.
Tramontata quasi definitivamente l'ipotesi che faceva derivare il nome della valle dall'omonimo torrentello che tempo fa, doveva scorrere attraverso questi luoghi non ci restano che due ipotesi. La prima lega l'origine del toponimo al lontano ritrovamento di un'antica icona della Vergine in una grande cisterna d'acqua, subito battezzata Madonna d'Idria, modificata in Itria; ipotesi avvalorata da qualche caso di onomastica locale (Maria d'dria) La seconda ipotesi, attestata da recenti scoperte, vuole che il nome derivi da una chiesetta extraurbana a sud-est di Martina Franca, dedicata alla Madonna d'Hodigitria (guida e protettrice dei viandanti) culto di importazione orientale. Infatti era già ben noto che la Vergine Hodigitria, patrona di Costantinopoli, venerata in Oriente da molti secoli, fosse giunta in Italia tramite il fuggiasco Baldovino II, ultimo imperatore latino di Bisanzio, che nel 1261 portò con se l'antichissima pittura, attribuita addirittura al pennello di san Luca evangelista; pittura che è stata recentemente (1989) rinvenuta celata sotto La Madonna di Montevergine, nell'omonimo Santuario in provincia di Avellino. L'importantissimo ritrovamento avvalora l'ipotesi di una grande diffusione del culto per la Madonna d'Hodigitria nel Meridione, che nel nostro caso, si sarebbe modificato in Itria.
Il trullo è un tipo di costruzione conica in pietra a secco tradizionale della Puglia centro-meridionale. I trulli venivano generalmente edificati come ricoveri temporanei nelle campagne o abitazioni permanenti per gli agricoltori. Buona parte dell'agglomerato di Alberobello nella città metropolitana di Bari, e fino agli anni '50 anche il comune di Villa Castelli in provincia di Brindisi, sono costituiti da trulli. Il trullo costituisce un perfezionamento del modello preistorico del thòlos, presente in varie zone d'Italia e del Mediterraneo; i trulli si distinguono per la continuità d'uso di cui sono stati oggetto. Nonostante nelle zone di sviluppo dei trulli si rinvengano reperti archeologici di epoca preistorica, o fondazioni di capanne in pietra risalenti all'età del bronzo, non esistono trulli particolarmente antichi: i più antichi ancora esistenti sono databili alla fine del XVII secolo a ridosso dell'altopiano pugliese della Murgia.
Le origini delle costruzioni a trullo in Puglia e in particolare dei Trulli di Alberobello - dichiarati dal 6 dicembre 1996 Patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO - sono oggetto di ricerche e dibattiti. I primitivi trulli pugliesi vennero edificati da contadini e pastori con le pietre raccolte sul posto, nei poderi stessi. Costituiti di un solo vano, erano utilizzati come ricovero temporaneo o come deposito per gli attrezzi agricoli. Nel corso del tempo la forma subì una lenta evoluzione, arrivando ad abitazioni di più ambienti, costituite da un vano principale, più altri vani minori perimetrali come alcove. La diffusione dei trulli fu provocata dal fenomeno del frazionamento del fondo feudale, che portò all'insediamento sparso nelle campagne e allo sfruttamento agricolo di terreni in precedenza incolti, con la necessità di costruire ricoveri per ogni podere. L'area un tempo boscosa in cui sorge il centro di Alberobello - un agglomerato unico al mondo con i suoi 1500 trulli - fu fino al 1481 un feudo dei duchi Caracciolo di Martina Franca, quindi passò in mano ai conti Acquaviva di Conversano, i quali fecero insediare numerosi contadini concedendo loro alcuni benefici (seppur riservandosi l'esclusivo diritto di proprietà), come la possibilità di costruire dei rifugi con la pietra locale, purché con murature a secco, senza l'uso di leganti idraulici come la malta, in modo da poterli rapidamente demolire in caso di ispezione del viceré spagnolo del Regno di Napoli, eludendo così la Pragmatica de Baronibus, legge che imponeva autorizzazioni e tasse per i nuovi insediamenti, in vigore fino al 1700. La selva di Alberobello fu urbanizzata soprattutto da uno di questi conti, Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona detto il Guercio di Puglia (1600-1665), considerato dai suoi sudditi un tiranno vendicativo e sanguinario, arrestato e incarcerato nel 1648 a Madrid per volontà di Filippo IV. Il villaggio da lui fondato rimase un insediamento abusivo, nel quale i signori potevano vantare ogni diritto a scapito della popolazione, fino al 1797, quando contava 3200 abitanti e fu liberato dal giogo feudale dal re di Napoli Ferdinando IV. Nel venerdì 23 settembre 1910 Alberobello divenne un monumento nazionale.
La meta tradizionale della Valle d'Itria è Alberobello dove si concentrano la maggiorparte dei trulli che si ritrovano sparsi in tutte le campagne della Puglia centrale. Una caratteristica della Valle d'Itria è comunque la grande concentrazione di questa originale struttura abitativa e la larga diffusione di abitazioni rurali pertanto una percentuale molto importante della popolazione locale non vive nei centri urbani ma preferisce la campagna alla città. Nonostante la relativa vicinanza tra loro, i vari centri urbani della Valle d'Itria presentano peculiarità che li contraddistinguono in maniera originale: Martina Franca, per l'intraprendenza dei suoi abitanti, mostra i diversi stili architettonici che si sono susseguiti nei secoli dopo la sua fondazione; Ostuni, chiamata non a caso "città bianca" è rigorosamente colorata di bianco; Cisternino é un vero balcone sulla Valle d'Itria; Locorotondo ha un'architettura delle case del centro storico ben lontana dalla forma tipica dei trulli. Nonostante le evidenti differenze fra i vari centri della Valle d'Itria, nelle campagne i trulli sono l'elemento dominante e comune. Ogni centro quindi fa un pò storia a sé e mostra la propria originalità. Nella visita di un giorno, evidentemente la visita si limita a due, forse tre dei centri della Valle d'Itria ma rimane una visita molto suggestiva e piena di fascino
1-3 persone | 4-7 persone | ||||
Prezzo | Acconto | Saldo | Prezzo | Acconto | Saldo |
700 € | 210 € | 490 € | 980 € | 294 € | 686 € |
La meta tradizionale della Valle d'Itria è Alberobello dove si concentrano la maggiorparte dei trulli che si ritrovano sparsi in tutte le campagne della Puglia centrale. Una caratteristica della Valle d'Itria è comunque la grande concentrazione di questa originale struttura abitativa e la larga diffusione di abitazioni rurali pertanto una percentuale molto importante della popolazione locale non vive nei centri urbani ma preferisce la campagna alla città. Nonostante la relativa vicinanza tra loro, i vari centri urbani della Valle d'Itria presentano peculiarità che li contraddistinguono in maniera originale: Martina Franca, per l'intraprendenza dei suoi abitanti, mostra i diversi stili architettonici che si sono susseguiti nei secoli dopo la sua fondazione; Ostuni, chiamata non a caso "città bianca" è rigorosamente colorata di bianco; Cisternino é un vero balcone sulla Valle d'Itria; Locorotondo ha un'architettura delle case del centro storico ben lontana dalla forma tipica dei trulli. Nonostante le evidenti differenze fra i vari centri della Valle d'Itria, nelle campagne i trulli sono l'elemento dominante e comune. Ogni centro quindi fa un pò storia e mostra la propria originalità. La visita di due giorni, permette quindi, di visitare i 5 centri storici della Valle d'Itria rendendola molto suggestiva e piena di fascino
1-3 persone | 4-7 persone | ||||
Prezzo | Acconto | Saldo | Prezzo | Acconto | Saldo |
1120 € | 336 € | 784 € | 1568 € | 470 € | 1098 € |